Gli ospiti musicali della settima edizione de La Musica può fare sono un mix di generi e contaminazioni differenti. Talenti musicali di prim’ordine nel ricco panorama musicale campano e non solo.
L’evento, che si terrà domenica 24 giugno 2018 a San Nicola La Strada (Ce), vedrà salire sul palco dell’Arena comunale Ferdinando II:
- Maiole
- Tartaglia Aneuro
- Malmö
- Hit – Knule
Maiole: un producer con l’anima da cantautore
MAIOLE vive a Bologna, è nato però a Santa Maria Capua Vetere, in provincia di Caserta, nel 1995. Suona praticamente da quando è nato: ha iniziato con la chitarra, prima di scoprire il mondo dei synth e non tornare più indietro. Maiole è un musicista atipico nella nuova generazione di musicisti elettronici italiani. Ama Battisti, ha studiato musica classica, scrive le sue canzoni sullo spartito e le suona in studio come se fosse «un album rock».
Ha pubblicato il suo primo ep nel 2014, “Pollen”, per l’etichetta americana Telefuture, a cui sono seguiti due dischi per HMCF e numerose date che lo hanno portato a girare in tutta Italia. Dopo la pubblicazione di tre nuovi singoli, che hanno fatto registrare ottimi feedback e ascolti, a ottobre 2017 pubblica su etichetta Malinka Sound il suo nuovo album, “Music for Europe”.
Propone un live energico tutto da ballare, miscelando e stravolgendo i suoni dei suoi dischi e suonando synth, chitarre, giocando con la voce – forte dell’esperienza di aver condiviso il palco con giganti della musica elettronica come Xeno & Oaklander, Slow Magic e Tycho.
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Tartaglia Aneuro: un’anima artistica poliglotta
Andrea Tartaglia, napoletano, o meglio, flegreo d’origine, ma poliglotta nell’anima. Il progetto Tartaglia Aneuro nasce nel 2012 dall’incontenibile bisogno espressivo di Andrea che riunisce attorno a sé il chitarrista e compositore Paolo Cotrone, il bassista Mattia Cusano, il percussionista Salvio La Rocca, e dopo una lunga gavetta in formazione “unplugged”, si aggiunge in pianta stabile il batterista Federico Palomba con cui inizia il lavoro di arrangiamento e rifinitura del materiale cantautorale di Tartaglia. Andrea Tartaglia ha già all’attivo una nomination al Premio Tenco per il pezzo Le Range Fellon.
“Oltre” è il secondo disco della band, segue “Per Errore”, album d’esordio del progetto Tartaglia Aneuro. Il titolo del disco, “Oltre” vuole rimandare ai punti cardinali di una bussola che guarda verso quello che si nasconde dietro la monotonia della quotidianità, dietro la finzione dei media, dietro le insicurezze indotte. Un disco che si propone attraverso sonorità etniche, ritmi moderni, parole taglienti, ironia, melodie e sorrisi, di portare l’ascoltatore a contatto diretto con la sua voce interiore per ritrovare la sua magia naturale che non può che essere “Oltre” la superficie.
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Malmö: una band dallo spirito viaggiante
I Malmö nascono nell’autunno del 2014, partendo dalla stesura di alcune idee musicali di Daniele Ruotolo (voce e chitarra). A fine 2014 registrano alla Casetta studio quello che sarà il loro primo demo. Nasce così “Palloni aerostatici”: un demo di 5 brani accompagnati da una serie di illustrazioni di Vincenzo Del Vecchio (batteria e glockenspiel), che delineano immaginario e atmosfere evocati dalla band. Marco Normando al basso e Vincenzo De Lucia alle chitarre e piano completano la formazione.
Nella primavera del 2015 cominciano una serie di concerti e insieme al 2016 arriva l’incontro con Massimo De Vita (Blindur) produttore e musicista campano con il quale nel maggio dello stesso anno cominciano le pre produzioni del loro primo disco, con la collaborazione di Paolo Alberta per i missaggi e Biggi Birgisson (storico fonico dei Sigur Ros) che cura il mastering. A maggio firmano con l’etichetta Manita Dischi il loro primo contratto discografico. Il 13 Ottobre 2017 esce il loro album d’esordio “Manifesto della chimica romantica”.
“Manifesto della chimica romantica” si snoda attraverso un immaginario ben preciso: un insieme di atmosfere che richiamano il tema del viaggio e del movimento perpetuo, come le onde e il mare nella sua accezione più vasta. Il disco risuona di influenze post-rock, con gli ambienti, i pianissimi e i fortissimi e le lunghe parti strumentali, tipiche del genere. La sfida è stata quella di dare più spazio alla voce, non più come strumento aggiunto nella tipica visione post-rock, ma come elemento focalizzante, come nella più classica tradizione della forma canzone, e con testi in italiano.
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Hit-Kunle: un caleidoscopio musicale
“In The Pot” è l’album di esordio dei veneti Hit-Kunle: una trama fitta di influenze che vorrebbe poter prescindere dalle definizioni, ma a dover proprio scegliere i ragazzi identificano la loro musica come Tropical Rock. Le loro composizioni attingono dal mondo afro-latin, così come dal soul, dal rock e dal punk, per un risultato all’insegna di un groove secco eppure immerso in atmosfere calde ed energiche.
Musica vibrante e fervida per la quale è stato scelto un nome difficile da decifrare senza spiegazioni: il nome della band prende origine dalla fusione tra il termine inglese “HIT” e la parola yoruba (un importante dialetto parlato in Nigeria e in altri stati dell’Africa Occidentale) “KUNLE”, e che dà vita al concetto che si potrebbe tradurre con “Il colpo che riempie abbondantemente la casa”. Il nucleo fondamentale della band è ora composto dalla cantante/chitarrista e autrice dei brani Folake Oladun e dal batterista Marco Mason, mentre Hit-Kunle dal vivo diventa un trio con il bassista Massimiliano Vio.
I brani di “In The Pot” sono interamente composti dalla giovane Folake Oladun, classe 1995, italiana di origini nigeriane, che nel progetto ha fatto confluire liberamente le anime musicali europea e africana e i suoi ascolti musicali, lavorando insieme ai due amici, cresciuti come lei nella zona tra Padova e Mestre, per creare un caleidoscopio in cui risuonano musiche di molte parti del mondo, in una fusione-rock sempre in equilibrio tra freddo e caldo, tra Nord e Sud.
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